“Diciannove e settantadue”: la storia di Pietro Mennea. Bellissimo, anzi, di più

Ognuno di noi è la storia di un film, ognuno con la sua trama. Ebbene, se nei vostri prossimi percorsi del cinema vi ritroverete a vedere “Diciannove e settantadue”, la storia di Pietro Paolo Mennea racchiusa in un doc-film di 52 minuti, non mi resta che darvi un consiglio: portatevi un fazzoletto per asciugarvi le lacrime.

E’ un documentario sulla Freccia del Sud, che il 12 settembre del 1979 alle Universiadi di Città del Messico stabili il record mondiale sui 200 metri fermando il cronometro a 19”72, primato rimasto in piedi per 17 anni, di un’emozione infinita.

Questa la sensazione ricevuta nel vedere l’anteprima mondiale di “Diciannove e settantadue”, presentato nella giornata conclusiva del XIV Festival del Cinema Europeo di Lecce, che nel corso di un’ora di proiezione è stato un mix di lacrime e applausi. Bellissimo, anzi, di più.

Un doc-film firmato dal giovane regista milanese Sergio Basso, che si è avvalso di una produzione made in Salento. A tal proposito, anche qui, visioni del territorio, tra cui una che si concentra sulla statua di Aldo Moro presente a Maglie, città di nascita dello statista, il tutto motivato da un episodio che lo stesso Mennea racconterà.

Un omaggio che gli organizzatori si auguravano di poter celebrare insieme al mito di Barletta. Purtroppo la morte, nel primo giorno di primavera, ha anticipato tutti, anche le lacrime.

Scheda del doc-film 

“Diciannove e settantadue” / Italia -2012- 52 minuti / Regia di Sergio Basso / Interpreti: Pietro Paolo Mennea, Manuela Olivieri, Carlo Vittori, Luigi Damato / Produzione: Sharoncinema Production, Csc Production, Rai con la partecipazione di Apulia Film Commission.

Nota del regista, Sergio Basso:Oggi i miti sembrano fatti di carta, bruciano subito. Mennea è stato una stella per gli anni Settanta e Ottanta, un tempo in cui tutto era mitico: sembrano anni distanti quanto l’antica Grecia, o il regno di Babilonia”. 

(dichiarazione estrapolata da un passaggio della nota pubblicata a pagina 77 del libro “Il cinema anima gli occhi”che ha accompagnato gli spettatori nel corso del XIV Festival del Cinema Europeo)